Press

https://www.anconatoday.it/attualita/colonna-sonora-come-niente-raffaele-petrucci.html

https://www.anconatoday.it/attualita/colonna-sonora-come-niente-raffaele-petrucci.html

http://www.colonnesonore.net/news/premi-e-concorsi/7711-la-colonna-sonora-del-film-come-niente-firmata-dal-compositore-polistrumentista-e-produttore-raffaele-petrucci-ha-attenuto-una-duplice-candidatura-al-premio-alex-north.html

http://www.colonnesonore.net/contenuti-speciali/interviste/7730-una-grande-lezione-di-musica-per-film-parte-cinquantaduesima.html?highlight=WyJyYWZmYWVsZSIsInBldHJ1Y2NpIiwiY29tcG9zaXRvcmUiLCJjb21wb3NpdG9yZSciLCJjb21wb3NpdG9yZSdcdTIwMWQiLCInY29tcG9zaXRvcmUiLCJyYWZmYWVsZSBwZXRydWNjaSIsInJhZmZhZWxlIHBldHJ1Y2NpIGNvbXBvc2l0b3JlIiwicGV0cnVjY2kgY29tcG9zaXRvcmUiXQ==

Intervista a: COLONNE SONORE . NET

Raffaele Petrucci (compositore di Last ChristmasMalerbaCome Niente – doppia selezione per la colonna sonora al Fimucité di Tenerife)

1) La primissima cosa per me è riuscire ad entrare in sintonia con il/la regista per poterne realizzare la visione narrativa. Nei migliori dei casi, quando è possibile entrare nel progetto prima dello shooting, faccio una full immersion nella sceneggiatura cercando di visualizzare scene, personaggi, emozioni. Poi faccio una bella seduta psicoanalitica al regista (ride), anche più di una se è possibile. Gli chiedo di parlarmi del film, della sua visione, dei film che ama, della musica che ama e di quello che invece non ama affatto; scrivo lunghi file di testo. I registi amano parlare dei loro progetti, il loro lavoro porta con sé un carico mentale enorme e quando arrivi tu, spesso, hanno già costruito un mondo, dentro di sé, riguardo quel progetto.
Faccio un passaggio di questo tipo anche con il montatore e qualche elemento chiave della produzione, se possibile. In maniera più spiccia, senza fargli perdere troppo tempo, devo capire il senso del progetto. Il genere e il target sono fondamentali: stiamo facendo un film d’autore? Commerciale? Chi ci aspettiamo lo guardi? Questo influenza enormemente l’organico e le sonorità che utilizzerò.

2) L’organico e lo stile dipendono molto dai fattori di cui sopra. Personalmente amo smodatamente i sintetizzatori analogici: Moroder e Vangelis sono sempre nel mio cuore e sguazzo con gioia nell’odierna ondata synthwave, ma posso scrivere anche in stili totalmente diversi perchè mi piace cambiare! Ho lo studio pieno di ‘ferro’, anche vintage, e suono molti strumenti: piano, chitarre, basso, batteria, percussioni e mi piace impararne continuamente di nuovi, anche etnici, se il progetto lo richiede. Adoro l’approccio di Ludwig Göransson in questo senso. A volte recupero qualche nuovo strumento, ci piazzo davanti una coppia in Neumann e registro, poi elaboro, filtro, riverbero… la produzione è la mia comfort zone. Mi piace molto mescolare questi elementi con l’orchestra. Per me è importante partire dal suono, non parto mai dalle note, questo l’ho imparato dal rock: puoi immaginare un riff di Van Halen suonato all’ukulele? Utilizzo Logic X e Cubase, Protools quasi solo per comunicare con il mondo esterno. Può capitare che invece il film richieda un organico puramente orchestrale, allora lavoro molto volentieri anche con la sola orchestra, in quel caso utilizzo Spitifre e Vienna. Vienna Ensemble Pro è fondamentale, parto dall’orchestra virtuale (che deve suonare bene, perché a volte potrebbe proprio finire nel film) poi inserisco solisti. Se c’è più budget/tempo degli ensemble, possono fare magie ben mixati alla simulata. Ho la fortuna di avere a disposizione molti metri quadrati di studio ben attrezzato e accesso veloce ad ottimi musicisti. Ovviamente l’obiettivo è sempre avere un’orchestra vera a disposizione, non c’è storia, ma lavoro in modo scalare, per poter far funzionare le musiche al meglio, con il budget e il tempo che ho.

3 ) Come già detto: sceneggiatura, varie chiacchierate con il regista, passaggio con la produzione, spotting session e si lavora con montatore e regista. Faccio sempre un po’ di meditazione prima di iniziare a scrivere; recito un mantra Buddista, lo stesso di Baggio e Tina Turner per capirci; è importante perchè mi serve ad aprire la mente ed entrare nel progetto. In parallelo alla scrittura cerco di guardare e ascoltare qualcosa che mi faccia stare nel mood del film. Propongo le M al regista e se il lavoro fatto a monte ha funzionato, mi dice “Bello!!! Proprio quello che avevo in mente! Come hai fatto?!”. 
A volte ci vuole un po’ per raggiungere questa sinergia, a volte ci arrivi solo a fine film, non tutti i registi sono uguali; c’è chi ama raffinare ogni minimo dettaglio con te e chi invece osserva il quadro generale. Quella della temp track è una questione annosa, in realtà dipende molto dal regista e dal montatore, se sono stati troppo bravi nell’azzeccarla può essere un problema. Non voglio sembrare arrogante, ma penso che si possa fare sempre di meglio della temp, il punto è avere il tempo di farlo e un po’ di budget, queste sono le questioni fondamentali. Soprattutto il tempo a disposizione è cruciale, ma spesso non c’è. Si può fare di meglio perché si può, scrivendo sulle immagini, incollarsi ad esse, cogliere ogni dettaglio, ogni sfumatura emotiva e si può dare una coerenza sonora e tematica a tutto il film, che delle temp track staccate fra loro, per quanto meravigliose ed incredibilmente prodotte non avranno mai. Ovviamente l’esperienza e la sensibilità del regista giocano un ruolo fondamentale per uscire da questi impasse. 

4) Il mio primo lungometraggio, Last Christmas, una spassosa, folle e geniale commedia noir di Christiano Pahler (premio speciale della giuria all’Alexandria Mediterranean Film Fest), è un esempio. Il film passa continuamente da momenti evocativi, quasi poetici, a momenti grotteschi e divertenti. In più, era stata fatta la precisa scelta narrativa di non girare establishing shots, che mi avrebbero dato modo di chiudere dei momenti emotivi per aprirne altri. All’inizio è stato in incubo, ma quando ho smesso di cercare di imporre la mia visione alla pellicola e sono entrato in quella della regia (il regista ha sempre ragione!), ho cominciato a seguire il film, è stato divertentissimo, pubblico e critica hanno risposto alla grande. Ad un certo punto, è il film stesso a dirti come vuole la musica.

5) Vengo dal rock e dal pop, ho militato in diverse band, fatto dischi e minitour, ho studiato canto lirico, pianoforte, armonia al conservatorio e orchestrazione privatamente; sono un ingegnere e mi sono laureato in ingegneria del suono. Ho fatto per molto tempo il produttore pop, ho scritto molto per la pubblicità e arrangiato due musical; mi piace fare sempre cose nuove e non riesco a fissarmi su un genere musicale. Alcuni anni fa ebbi la fortuna di scrivere per il mio primo cortometraggio: se lo risento oggi mi vergogno un po’, era molto acerbo. Lì capii che il cinema mi permetteva di scrivere cose diverse fra loro, mantenendo un suono riconoscibile. Questo unito alla passione smodata per il cinema anni ‘80 (il termine ‘smodata’ non è a caso!), la science fiction e le serie TV mi ha portato a spingere sempre di più su questo settore. Un altro elemento che mi ha molto aiutato è stato saper lavorare con la post produzione e il sound design, mi ha permesso di prendere molti dei primi lavori, ho fatto anche tanta presa diretta sul set. Ad oggi facciamo ancora presa diretta, sound design, foley e post produzione cinematografica nel mio studio, ma ormai demando quasi totalmente la parte tecnica ai sound engineer che lavorano con me, o per grosse produzioni, direttamente a studi più specializzati, così da potermi concentrare sulla parte creativa.

6) Sono davvero pessimo in questo, ho lavorato, a testa bassa, ad un progetto dopo l’altro senza mai curare a dovere l’uscita discografica parallelamente a quella cinematografica; mi sono ripromesso di farlo quest’anno. Se dovessi scegliere, al posto dell’editore, bypasserei il CD ed uscirei direttamente in digitale e vinile.

https://www.filmitalia.org/it/filmography/8/123746/